La leggenda dello zinco, che ha combattuto il virus, ma sotto la mano calda ha rovinato l'olfatto ed è stata maledetta per sempre

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C'è stato un tempo in cui lo zinco ha combattuto i virus che causano il comune raffreddore. Si aggrappava ai recettori del virus e correva come un ciclope cieco, senza notare le sue vittime.

E lo zinco sapeva anche come scottare il nervo trigemino nel naso in modo che fosse tagliato e dormisse completamente. Da questo subito è diventato meno moccio e starnuti.

Ecco perché, nei tempi antichi, i raffreddori si verificavano meno spesso e, se lo facevano, passavano più velocemente. C'erano molte cose migliori allora di adesso.

La durata del freddo che imperversava in quel momento sotto la pressione dell'ottimo zinco diminuì di ben un paio di tre giorni, e anche l'insidioso intervallo di confidenza del 95% non osava scendere sotto l'uno e mezzo.

Nel corso del tempo, la gloria dello zinco raggiunse tali altezze che anche gli eretici più ostinati chinarono la testa davanti a questo metallo.

Lo zinco ha esteso la sua influenza non solo alle tribù primitive dei rinovirus, ma anche al feroce respiratorio (non ho paura di questa parola) sinciziale.

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Sulle terre sequestrate ai nemici, lo zinco ha lasciato i suoi parenti-governatori: lattato, solfato e acetato. Portavano tutti il ​​suo nome, ma differivano nei loro affari militari.

L'acetato di zinco era particolarmente crudele nei confronti dei virus respiratori sinciziali. Il suo indice terapeutico era così basso che tagliava le teste sia con il suo che con gli altri.

A poco a poco, storie di atrocità dello zinco iniziarono a raggiungere gli angoli più remoti... qualcosa di dove viveva. Bene, lascia che sia "la nostra testa".

E poi un giorno accadde l'irreparabile. Accecato dal potere, lo zinco irruppe nel sacro tempio olfattivo e tagliò il nervo più importante.

E il nervo è morto. Anche i più abili guaritori d'oltremare non sono riusciti a riportarlo in vita.

È chiaro che la gente si ribellò subito e mandò il presuntuoso zinco al vergognoso lavoro di caramelle-caramelle nella regione più sporca e terribile, più vicina ai tappi puzzolenti delle tonsille. La strada per il naso era ormai chiusa per lui per sempre.

La leggenda dello zinco è ancora viva. Piccole bande separate di omeopati stanno cercando di far rivivere il culto dello zinco, ma gli anni Ottanta oscuri sono ormai lontani e la gente non si fida più di tanto.

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